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HANNO SCRITTO DELL’ARTISTA:

Anna Francesca Biondolillo, Isabella Convertino, Giorgio Falossi, Simone Fappanni, Sandro Giordano, Nena Fenu, Nadine Giove, Paolo Levi,
Dino Marasà, Valeria Modica, Romano Pelati, Mario Pintori, Daniela Pronestì, Massimo Antonio Sanna, Dores Sacquegna,
Sandro Serradifalco, Raphael Vella.
SANDRO SERRADIFALCO
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mariagiuseppamelis"Un sublime vademecum segnico, ben orchestrato dalla possente estremizzazione dell’essenzialità cromatica irrobustisce il linguaggio di Maria Giuseppa Melis. Nel suo universo compositivo ritroviamo concetti corroborativi dei lasciti avanguardistici ed interezze narrative dalla sagacia costruttiva. Un interagire con ardore nella stessa concettualità. Un saper sospingere l’osservatore oltre la superficie del costruttivismo statico, donando spazialità alla stesura dialettica, impreziosendo con stratificazioni simboliche le timbriche dello stesso composto. Forze contrappositive generatrici di equilibri ritrovati, di liriche intense e gestuali, di evoluzioni riflessive contendenti l’evanescenza impalpabile del pensiero ".

"Avanguardie Artistiche 2010", Centro diffusione Arte, Palermo, 2010
Sandro Serradifalco
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DINO MARASA'
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"Maria Giuseppa Melis e la cultura del segno inteso come primitiva monade della composizione artistica, questo è corroborato dal colore che ne sottolinea il carattere e l’incisività. Nelle sue opere ravvisiamo la forza comunicativa propria di una personalità forte e attenta alle sconfinate possibilità d’ispirazione che il mondo ci offre. Per Maria Giuseppa Melis tutto diviene oggetto di attenzione e considerazione, tutto suggerisce all’artista liriche considerazioni e poetiche digressioni. Una finalità di chiara esaltazione e celebrazione della complessità della vita e dei sentimenti, percorre il suo operato. Caratterizzato da una decisa e ampia ricerca di stile, lunga e complessa, questo svela una conclamata maturità artistica. Ricordiamo che l’artista possiede il dono di incidere la materia. Chiunque incide trasferisce sul supporto la sua istintualità e il suo respiro lirico impreziosendo la materia con pezzi della propria anima, con vibrazioni della propria esperienza. È in questo modo che la forma diviene arte cessando di essere soltanto muta materia entrando a far parte, con merito, dell’universo del sublime".

"Grandi Maestri", Centro diffusione Arte, Palermo, 2009
Dino Marasà
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NENA FENU
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mariagiuseppamelisI sogni magici di Maria Giuseppa Melis. "Guardando i quadri di questa originale pittrice mi è venuto in mente un pensiero che scrissi anni addietro: "vorrei dipingere spazi immensi non ancora dipinti, vorrei dipingere i mari e gli oceani, il cielo e il cosmo tutto per raccontare la fiaba della vita". Così l’autrice nel tratteggiare le linee scure, segno della notte, non la notte dolorosa della ragione, ma la notte del sogno, quella autentica dell’armonia e dell’infanzia. È un’espressione, la sua, di energia allo stato puro che cattura dal cosmo segni e magiche figure stilizzate, esili, incorporee, come nei notturni arabeschi, per poi racchiuderle in grandi ovuli o cerchi concentrici quasi a proteggerle. I segni creati da materia, come la resina, sono spazi solidi che rievocano la propria terra a cui l'autrice è ancorata e che le consente, dopo, di saltare più in alto, di espandersi, di liberare le sue creature nello spazio variegato di colori. La malìa di queste pulsioni, come la firma, le linee, i colori sono lo specchio e la sede notturna dei sogni, sono la calligrafia del creato. La pittura di Maria Giuseppa nel suo astrattismo magico, mi ricordà Mirò, ma forse anche Chagall e Pollok, diversissimi tra loro, ma evidentemente i segni e i sogni che sono in noi appartengono all'universo, da dove tutti possono attingere".

Tertenia (OG), 2009
Nena Fenu
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PAOLO LEVI
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mariagiuseppamelisPresenze misteriose e suadenti. "Maria Giuseppa Melis è soprattutto artista severa e professionista seria dell’immagine non come rivelazione, ma come allusione di avvenimenti arcani. La sua adesione all’espressionismo informale è rappresentata da un inquieto grondare di materia, da gestualità istintive, da segni e da colori lirici, da presenze misteriose e suadenti come quelle di certi graffiti murali. Nei suoi lavori si intreccia un dialogo tra le luci e le ombre, giocato sulla sovrapposizione di sagome curvilinee tracciate in una larga grafia nera, su ampie stesure cromatiche; è qui evidente una consonanza con Joan Mirò, il quale, da certa critica, è stato erroneamente letto come autore surreale, anziché astratto e immaginifico, come appunto appare l’impaginato pittorico di Melis. Qui l’artista realizza, in modo espressivamente corretto, un suo modulo compositivo dove l’informale si coniuga a immagini provenienti dal suo inconscio, come tante ombre in attesa di una collocazione visiva. In questo contesto le apparenze figurali sono ingannevoli, equivalendo assai più ad astrazioni grafiche, il cui nero profondo risalta sugli armoniosi contrappunti tonali dei fondi multicolori. Sono dati che conferiscono al quadro d’insieme un’aura di mistero, benché se ne intuisca la verità poetica e la motivazione narrativa; vi si avverte anche il riflesso di uno stato d’animo, che matura nel momento in cui la pittrice si applica, con tutta la sua forza creativa, in una ricerca tecnicamente molto elaborata, che esplora, su materiali come il cartone pressato, il compensato la tela e il sughero, le potenzialità espressive dei colori acrilici e delle resine miste. In un linguaggio soggettivo e visionario la pittrice enuncia domande e avvertimenti, destinati alla condivisione da parte di chi sa vedere al di là delle immagini".

"Tra Forma e Figura", Centro diffusione Arte, Palermo, 2010
Paolo Levi
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